Approfittatori sociali! Queste sono le parole che mi vengono in mente quando penso ai rivenditori convenzionati per prodotti senza glutine! Poi uno ci pensa un attimo e forse sono anche loro solo vittime dei giochi...
Perché non possono avere lo stesso prezzo in farmacia/negozio autorizzato (dove io celiaco posso spendere la sovvenzione statale) e al supermercato? Perchè lo stesso prodotto, marca e peso, alla lidl costa 2.49 € e in farmacia 6,37 € €? http://www.lidl.it/cps/rde/xchg/SID-5A673C21-81C63FF0/lidl_it/hs.xsl/8097.htm vs http://www.farmaciazadei.it/index.php/Prenota-prodotti/Celiachia/Surgelati
Partiamo dal principio per spiegare il problema anche a chi non è nel giro.
I celiaci non posso assumere prodotti contaminati da glutine, cioè che abbiano avuto contatto con frumento, orzo, segale e farro. Sintomi fastidiosi e che aumentano la possibilità dell'80% di avere un tumore all'intestino rispetto a chi non segue questa dieta, diciamo che non ci si muore nell'immediato ma è meglio curarsi. La produzione di questi prodotti speciali costa ovviamente più di quelli normali, la pasta costa mediamente 8/kg http://www.pandea.it/it/prodotti_dettaglio.do?task=dettaglio&idProdotto=866 (e ho preso la marca meno cara che conosco altrimenti superiamo i 9 €/kg http://www.farmaciazadei.it/Prenota-prodotti/Celiachia/Pasta ) contro gli 1,90 €/kg della Barilla http://www.prontospesa.it/home/Prodotto.asp?C=5554 . Per questo lo Stato italiano ha deciso di aiutare chi è riconosciuto celiaco dalla ASL, dopo una gastroscopia e un esame del DNA, con una sovvenzione in base a età e sesso, secondo la quantità di kcal/giorno che dovremmo assumere per un'alimentazione corretta. Per un uomo adulto 149 €/mese e per una donna adulta 99 €/mese, pari a circa 2.000 kcal per l'uomo e 1.600 per la donna, questo almeno in Lombardia, poi ogni ASL fa per conto proprio. Se però ci pensate, chiedendovi di fare un semplice confronto, alla fine del mese con quei soldi posso permettermi 3 kg di pane e 5 kg di pasta, più un paio di pacchetti di biscotti per la colazione (i dolci costano un botto! http://www.farmaciazadei.it/index.php/Prenota-prodotti/Celiachia/Dolci-e-dessert ) e un paio di surgelati o pizze o farina per quella volta che non riesci a preparare il pranzo o vuoi farti una torta (non tutti contemporaneamente perchè i surgelati costano 30-40 €/kg, http://www.farmaciazadei.it/index.php/Prenota-prodotti/Celiachia/Surgelati ).
Nella vita normale dunque sarebbero una trentina di euro, il problema sorge quando viene messo il limite di spendere i soldi dello Stato nelle farmacie e nei negozi specializzati, dove i prezzi sono quelli che vedete sopra e poi facendo un giro al supermercato ci si trova di fronte a questi prezzi, 4 €/kg! http://www.lidl.it/cps/rde/xchg/lidl_it/hs.xsl/4182_26138.htm (Farmo è uno dei marchi per la vendita sul mercato normale della pasta senza glutine, non esistono le stesse marche dei prodotti per farmacia, ma i produttori sono gli stessi, anche per i surgelati sopra oplà corrisponde a pandea). Sempre carissimo rispetto alla realtà dei 1.90 €/kg della Barilla, ma insomma!
Poi, ovvio, per me celiaco meglio spendere 0 € in farmacia che 4 € alla lidl (e anche iper, auchan, esselunga, carrefour e tutti gli altri hanno prodotti a prezzi simili). Ma perchè non esiste la possibilità di spendere quei 149 € nei supermercati? Anzi, ritengo che, se avessi la possibilità di comprare quei 3 kg di pane, 5 di pasta e mezzo di biscotti, a 100 € restituirei volentieri i restanti 50 € allo Stato, che, come sappiamo, è sempre in vena di spending review ultimamente...
Non è corretto che si pesi così tanto sulle tasche dei contribuenti, per far guadagnare chi poi? Perchè andando a sentire i farmacisti e negozianti scopriamo che loro accettano quei prezzi anche perchè poi lo Stato li rimborsa a 6 mesi! Un supermercato accetterebbe di farsi pagare con questo ritardo? E poi, non confermato, immagino che per diventare negozio autorizzato un controllo dovrai pur averlo, una tassa dovrai pur pagarla... Dunque i rivenditori alla fine devono stare al gioco, sono solo pedine pure loro.
Mi sono indignato, ho scritto all'Associazione Italiana Celiaci (allego sotto il testo) ma non ho avuto nessuna risposta, già un anno fa scrissi anche a Striscia, Le Iene e non so quanti altri quotidiani nazionali e locali, ma nessuna risposta. Che ci sta dietro a questa storia? Sarà solo la questione dei tempi di pagamento? Ci sarà una stecca di qualcuno? Non ho i mezzi per rispondervi sinceramente...
I celiaci corrispondono a circa il 0,6% della popolazione italiana, se si potessero risparmiare quei soldi per ciascuno di noi quanto si risparmierebbe? (Fra uomo e donna, conti fatti alla bene e meglio, potrebbe essere 50 € x 12 mesi x 36.000 persone circa = 21.600.000 €/anno, lo stipendio di un parlamentare medio circa!). Sono cifre ridicole rispetto ai problemi dell'Italia, lo so, ma si inizia dai piccoli gesti a risparmiare! Il famoso nichelino di Zio Paperone... Le caramelle rimborsate al consigliere regionale!
Come minimo, adesso che i neo-eletti scoprono quanto prendiamo al mese dallo Stato, ci tagliano tutto e fine della storia! In Italia si fa sempre bene a non smuovere troppo le acque... ;-)
Hasta Siempre
The Boss
"Buongiorno,
sono un vostro iscritto da 10 anni ormai e sinceramente ho sempre affrontato passivamente la vita associativa, ma ora vorrei porvi un quesito.
Cosa può fare la nostra associazione per il divario incredibile dei prezzi fra mercato libero e quello pagato dallo Stato? Perchè in farmacia un prodotto mi costa 5.25 € e al supermercato 2.49 €? http://www.lidl.it/cps/rde/xchg/SID-5A673C21-81C63FF0/lidl_it/hs.xsl/8097.htm
Poi a me celiaco conviene sempre e comunque la farmacia perchè 0€ è meglio che 2.49€, ma visto che tanto si parla di crisi e di spending review, perchè non si parte anche da questi fatti? Ho provato per gioco a fare la spesa virtuale comprando gli stessi prodotti senza glutine al supermercato, nella stessa quantità e marca che posso comprare con la sovvenzione statale di 149 € e mi costerebbe un terzo in meno! Ovvio che non costerà mai quanto il mangiare con glutine e che quindi ritengo corretta la sovvenzione che ricevo, ma perchè non possiamo fare qualcosa? Liberalizzare l'acquisto con voucher nei supermercati? So che in Regioni diverse dalla Lombardia esiste un sistema simile, perchè non si può aiutare anche la mia Regione a risparmiare?
Spero che accogliate la mia comunicazione come stimolo positivo e costruttivo, perchè ho sempre apprezzato il vostro operato e vorrei semplicemente dare, per la prima volta in 10 anni, un mio contributo attivo alla associazione.
Nell'attesa di una vostra gentile risposta, porgo cordiali saluti"
Per onore di cronaca vi posto la loro risposta:
RispondiEliminaGentile xxx,
l’AIC ha recentemente avviato un’analisi approfondita sul territorio dei prezzi dei prodotti dietetici, nell’ambito dell’Osservatorio Celiachia, per arrivare alla definizione di un “paniere senza glutine”, sul modello del paniere Istat degli alimenti “convenzionali”, che definisca la spesa reale del celiaco italiano per la propria dieta.
Questi dati sono fondamentali per avere una fotografia chiara e realistica della situazione su tutto il territorio italiano e ci serviranno per valutare i margini di intervento sulla spesa pubblica. Lo studio ha oggi completato il rilevamento prezzi (prodotti acquistati in un determinato periodo, secondo il paniere stabilito, corredati dagli scontrini riferiti alla GDO e alle farmacie) e ci apprestiamo all'ordine dei dati e loro elaborazione. Nei canali di comunicazione AIC saranno dati aggiornamenti sui risultati raggiunti.
La nostra associazione ha portato avanti una campagna di sensibilizzazione rivolta alla grande distribuzione per far si che i celiaci possano spendere il buono mensile anche al supermercato, oltre che in farmacia.
Per fare questo è necessario che le strutture interessate (i supermercati/ipermercati) si accordino con la ASL competente per territorio.
Per ciò che riguarda l'esiguità del buono erogato rispetto all'aumento del costo della vita, l’Italia è l’unico paese in cui, dal 1982, lo Stato garantisce al celiaco l’erogazione gratuita, dei prodotti cosiddetti “salva-vita” perché sostitutivi di quegli alimenti “convenzionali”, come la pasta, il pane, i prodotti da forno, dolci e salati, che il celiaco non potrebbe altrimenti consumare. Solo recentemente la Grecia e Malta hanno ottenuto un trattamento similare, ma è inutile dire che le dimensioni del fenomeno celiachia in quei paesi , non li rendono un termine di paragone significativo.
Nella speranza di esserle stata utile, porgo cordiali saluti.
L’Associazione Italiana Celiachia è tra i beneficiari dei proventi del 5 per mille. Per contribuire ai progetti AIC è sufficiente apporre la propria firma e indicare, sulla dichiarazione, il Codice Fiscale di AIC: 11359620157. Per ulteriori informazioni sul 5 per mille, vi invitiamo a visitare il sito www.celiachia.it
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