Chi l’avrebbe mai detto che come ospite del “Castello di Riposo” Quirinale avremmo visto davvero un ultra novantenne? Vecchio ma con le palle, che discorso oggi!
Hasta Siempre
The Boss
lunedì 22 aprile 2013
martedì 16 aprile 2013
MEGLIO FUSI CHE COMMISSARIATI?
La legge costringerà all'unione dei servizi per i comuni sotto i 5.000 abitanti (se in Comunità montane 3.000 o
4 volte gli abitanti del paese più piccolo nel gruppo unito) e porterà i
cittadini a perdere le proprie radici per risparmiare qualche soldo dal 1
gennaio 2014.
Vi è l’obbligo, infatti, di
prendere provvedimenti in merito entro il 31 dicembre 2013 pena il
commissariamento del comune. Soluzioni possibili sono l’unione dei servizi con convenzioni
triennali o la unione con comuni limitrofi.
L’unione di comuni è una strada
impercorribile per i micro comuni, in quanto richiede di accentrare le forze in
una sola sede, spesso mal dislocata rispetto gli altri comuni uniti, e creare
un organo superiore che porterebbe a nuovi costi anziché ridurli. Questa via
però garantirebbe la conservazione delle origini, della rappresentanza sul
territorio, dei rapporti di fiducia tipici delle piccole comunità.
La proposta di fusione di comuni
è interessante a livello economico, non è impossibile da percorrere se ci si
fonde con un paese già organizzato e a cui poco influirebbe l’aumento di
abitanti (che comunque portano con sé un carico di contributi non indifferente
fra IMU e tasse varie). Certo diventare una frazione di un comune limitrofo, in
cui già erano confluite altre frazioni in precedenza, senza poter mantenere
nemmeno il nome non è semplice da far digerire agli abitanti. Vi sono però
delle garanzie, come i servizi scolastici,il trasporto, la raccolta rifiuti e
un rappresentante fisso sul territorio (prosindaco), che verranno messe sul
tavolo dal comune capofila per dare una accoglienza edulcorata ai nuovi
cittadini.
Soluzione alternativa è fare gli
attendisti, non anticipare nessuna soluzione e attendere, appunto, la scadenza.
Al primo gennaio 2014 il comune inferiore ai 5.000 abitanti (3.000 se in
Comunità montana) sarà commissariato e con la forza di legge unito a un paese
limitrofo, secondo la discrezione del commissario (persona esterna e che non
conosce le problematiche del territorio). Il comune potrebbe quindi trovarsi
unito a un paese limitrofo che, però, potrebbe risultare più scomodo o più
impreparato, e magari anche meno virtuoso economicamente (dovendo quindi accollarsi
i debiti del comune unito).
Il bivio dunque è scegliere ora
il comune a cui unirsi e portare con sé un minimo di potere contrattuale per
ottenere i servizi aggiuntivi di cui sopra si accenna, o attendere che un
commissario decida per il comune col rischio di finire uniti a comuni scomodi e
impreparati ad accogliere nuovi abitanti?
Un referendum consultivo
(dunque senza valore decisionale) verrà sottoposto ai cittadini prima della
fine del 2013 per consentire la scelta del proprio futuro.
Questo è il riassunto di una
serata di metà aprile passata a discutere con i concittadini riuniti nella sala
teatro dell’oratorio (è la sala più grande a disposizione nei micro comuni).
Ritengo sia stato positivo da parte del Sindaco informare la popolazione prima
di decidere per loro, cosa a cui non era tenuto, speriamo che ora ci siano
spazi di ascolto per accogliere tutte le rimostranze dei cittadini che
sinceramente non erano molto convinti a rassegnarsi all'obbligo di legge.
Hasta Siempre
The Boss
Alcune fonti in merito:
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