giovedì 2 ottobre 2014

DALLAS BUYERS CLUB – COMMENTO PERSONALE, TRAMA E SPOILER FINALE

Come si reagisce alla notizia che ci rimangono 30 giorni di vita?

Film toccante ma allo stesso tempo ironico, sa cogliere la tragedia di un male come l’AIDS ma comunque parlare un linguaggio diretto e veloce.
Il film narra una storia vera, un giovane elettricista con la passione per i rodeo e le donne, che scopre di essere portatore di HIV e decide di non arrendersi. Ci sono scene crude, forse fin troppo, ma che fanno capire qual è la vera realtà dei fatti senza girarci troppo attorno.
Giudizio molto positivo per un film che purtroppo non ero andato a vedere al cinema perché non l’avevano presentato adeguatamente, a mio parere. Merita di essere visto, soprattutto da un pubblico più giovane per capire cosa succede davvero, perché si sta spegnando l’allarme AIDS ma purtroppo esiste ancora… Il primo pensiero è che lo avrei fatto vedere volentieri ai miei ragazzi del catechismo.

TRAMA

Il film parte con l’introduzione del personaggio a tutto tondo: durante un rodeo si sta sbattendo due ragazze. Si sente invincibile, è nel fiore degli anni: scopa, beve, fuma, raglia… Poi un giorno, a seguito di una rocambolesca fuga dai creditori, si ritrova in ospedale, dove appunto gli diagnosticano l’AIDS. Il medico, senza troppi compromessi gli dice che non gli restano che 30 giorni di vita. Come si può reagire a uno shock simile?

!ATTENZIONE – SPOILER!

Il film ormai ha ingranato la marcia giusta, l’introduzione dura una trentina di minuti ma poi si riprende il ritmo serrato delle prime immagini. Il protagonista è giustamente disperato, prima si dà ai vizi, poi si scontra col bigottismo dell’epoca che lo marchia come depravato perché l’AIDS è “la malattia dei gay”, infine si affida alla ricerca medica come cavia. Ma anche qui non gli va benissimo, in ospedale trova però i suoi veri amici che lo accompagneranno per il resto del film: il medico sexy e un ragazzo transessuale anche lui malato. E qui vengono lanciati i primi segnali di quella che sarà la “rinascita”: non rinuncia e decide di andare oltre gli schemi della burocrazia, oltre il confine degli USA.
In Messico trova un laboratorio gestito da un medico radiato dall’albo e decide di affidarsi ciecamente alle sue cure innovative. Ma allo stesso tempo ricorda le parole dei suoi nuovi amici e le unisce alla sua esperienza di filibustiere patentato: organizza un mercato illegale di farmaci! Non è una strada semplice ma lui non è l’ultimo arrivato (e ha un caro amico della vita precedente che fa il poliziotto), copia l’idea di altri disperati come lui e fonda un’associazione (il Dallas Buyers Club) a cui ci si iscrive per avere i farmaci gratis. Dunque lui regala, non vende… Ma naturalmente le case farmaceutiche e l’FDA (Food and Drud Administration, organismo nazionale per la certificazione dei medicinali) non gli renderanno la vita facile. Il film quindi si sviluppa sulle peripezie di questa esperienza che da puramente commerciale e asettica porta alla crescita anche morale del protagonista che diventa umano e socialmente responsabile.

ALT! Vi domanderete: ma tutto questo in 30 giorni? Eh no, le nuove cure, quelle non riconosciute dall’FDA, lo hanno aiutato a vivere 7 anni ancora e potersi godere tutti i suoi vizi (anche se con la giusta moderazione). E i suoi amici? Il transessuale lo segue nella trafila dell’associazione, ma purtroppo la droga se lo divora prima di vederne i risultati finali; il medico sexy starà vicina al paziente senza però tradire il rapporto professionale, anche se la mia fidanzata secondo me un po’ c’ha sperato sbocciasse l’amore fra i due J

Hasta Siempre

The Boss


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