domenica 18 marzo 2012

CONVEGNO BIENNALE CSC (Centro Studi Confindustria) 2012

Una due giorni di economia e politica si è appena conclusa a Milano nei pressi della Fiera MilanoCity. Personaggi di spicco italiani e internazionali si sono riuniti sotto le ali dell'aquilotto per parlare di come si potrà cambiare l'Italia con nuove riforme strutturali. (per maggiori informazioni a riguardo: clicca qui)

Si sono spese come solito parole al vento, ma nella massa ci sono stati degli spunti interessanti. Professori e politici americani, tedeschi, spagnoli, greci e italiani si sono confrontati sul tema della crisi e delle soluzioni possibili, segno sicuramente positivo del fatto che si è capito che è inutile continuare a piangersi addosso. Le proposte sono le solite: flessibilità, meno spesa pubblica, meno burocrazia, meno tasse, più investimenti, più credito, pagamenti più rapidi, etc. Riuscirà il nostro Super-Mario Monti a fare tutto? Ieri sicuramente ha espresso una grande prova di forza; con il suo spirito sarcastico ha saputo sferzare giornalisti, no TAV e pure la FIAT. Per lui non vale il paradosso del politico che sa come uscire dalla crisi ma non lo fa per paura di essere rieletto; diciamo anche malignamente che non vale perchè tanto la pensione da senatore a vita se l'è già presa prima di portare risultati... Però l'ho rivalutato, non l'avevo mai sentito parlare di persona e devo dire che non è la stessa persona  noiosa e dal lento ritmo che ci appare dalle estrapolazioni che fanno al tg.
Molto meglio di Barroso e degli altri politici che hanno fatto i brillanti con battutine senza fini se non quello di strappare consensi al pubblico. Monti non è certo un mattatore come altri primi ministri sono stati, ma nella sua flemma caccia frecciatine a tutto e tutti senza alcuna paura.
Un paladino della nazione? Forse come dice la Camusso è facile tagliare pesantemente colpendo i meno potenti, rimanendo schiavi delle corporazioni; forse però è anche l'unica soluzione, o quanto meno la più veloce e più semplice, per uscire dal baratro che ci sta risucchiando.
Una standing ovation ha accolto il bocconiano al suo ingresso, imbarazzando non poco il relatore del momento che si è trovato zittito nel mezzo di una battuta simpatica ma non così clamorosa; e così anche il finale del suo discorso, lungo ma interessante, è stato chiuso con minuti di applausi di approvazione.
Due battute però dovete concederle: una è che Monti ha fatto la figura di quello che entra nel bar di gay urlando sono omosessuale; ľaltra è che poco prima di lui invece aveva parlato la Camusso, che invece ha fatto la figura del negro invitato alla festa del KKK... La festa di Confindustria è giusto sia anche questo, non bisogna dimenticare che è una lobby che aggrega gli interessi di migliaia di imprese italiane, non si può fare un gioco troppo imparziale, ma devo ammettere che non si è stati troppo schierati.
Una critica voglio dedicarla alla Marcegaglia: cara Emma, è vero che ormai inizi a puzzare di avariato, i giorni per te sono contati (Giovedì verrà eletto il nuovo Presidente), per questo ti sei voluta togliere i sassolini delle scarpe, ma fare la scenetta della donna che ha trovato difficoltà per il proprio sesso è risibile, detto da una donna con le palle come è Emma suona male. E poi il demagogismo, fatto frustando uno dei pochi governi riformatori, forse non è corretto, diamo il tempo anche a loro di produrre risultati, in fondo sono poi solo 3 mesi che lavorano, se poi dopo 4 anni non avranno combinato nulla di speciale come qualcun'altra allora li metteremo alla gogna. Ma d'altronde non hai mai nascosto di essere attaccata al passato, ostacolando la rinnovazione della struttura, e forse sabato col tuo discorso hai voluto lanciarti in politica, ti sei voluta far sentire vicina ai pensieri liberali e ai venti di cambiamento che servono a sospingere la malandata nave Italia. Mi dispiace, cara Emma, ma io ti ho sentita solo suonare la tromba cercando di salire sul carro del vincitore (Bombassei infatti è ormai dato in vantaggio su Squinzi e il suo programma è di "rifondazione" come dicono scherzando i suoi colleghi).

Una punta di stizza mi è venuta quando hanno attaccato l'istruzione italiana, quando il CEO di Vodafone ha tacciato alcuni indirizzi culturali come fabbriche di illusioni. E mi è tornato alla mente una pubblicità ridicolissima in cui Confindustria sponsorizza l'ITIS, dove una improbabile sexy-cappuccetto rosso con lo zaino invita gli studenti di terza media a pensare al loro concreto futuro e non farsi abbindolare dalle favole. Sarà vero che la cultura è proprio così fine a se stessa? Una cara amica due settimane fa mi ha aiutato a capire come anche la teoria più esteta non è mai troppo lontana dalla realtà. Forse bisognerebbe fare battaglia ai diplomifici più che ai licei o alle università non scientifiche. Infatti la nostra vergogna deve essere la produzione di diplomati e laureati che non si meritano i risultati ottenuti, e che poi alla prova dei fatti vengono respinti dal mercato del lavoro, facendoci fare una magra figura in tutto il mondo.
Se poi però anche i centri culturali, collaboratori dell'ONU, come Gherush92, si impegnano a mettere in dubbio il valore culturale di pietre miliari come la Divina Commedia tacciandola di antisemitismo, antiislamismo e omofobia, come faremo a salvarci? Forse, come già ho denunciato in queste pagine in altre occasioni, anche stavolta i media sono stati sfruttati per farsi pubblicità scandalizzando e accendendo gli animi, ma io odio profondamente sentire certe minchiate e mi sento di denunciarle.

Gli altri relatori, infine, hanno scherzato sul trio Germania, Francia e Italia ma solo il fatto di essere ritornati a essere paragonati alle due big mi rincuora; perchè invece un docente greco del MIT di Boston ci ha ricordato che secondo i numeri noi non stiamo che curando i sintomi e non la vera malattia, che quindi non è lo spread o la finanza, ma i veri mali sono la corruzione e il costo che la politica impone ai lavoratori.
Fra tasse, investimenti sbagliati, debiti posticipati, leggi demagogiche o autoriferite, tentennamenti, mentalità sbagliate e molti altri errori della classe governante a casa sua hanno già dichiarato il default.

Speriamo bene dai! Decontestualizzandola, vorrei dedicare all'Italia e agli italiani una citazione di un personaggio controverso dei nostri tempi: "Tegn dur, mai molà!"

Hasta siempre

The Boss

2 commenti:

  1. Bel pezzo, molto interessante e ben scritto. Attento alla punteggiatura però

    tuo

    Ivan

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    Risposte
    1. Chiedo venia, oggi ho pubblicato di fretta perché dovevo andare in tavola. Anziché salvare la bozza ho pubblicato. Ora è la versione definitiva un po' ritoccata e spero migliore.
      A quasi tutto c'è rimedio, basta accorgersi degli errori;sono fortunato ad avere un controllo incrociato dagli altri redattori.
      Grazie Ivan

      Hasta siempre

      The Boss

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