mercoledì 25 aprile 2012

STUDIARE NUOCE GRAVEMENTE AL PORTAFOGLI

Il parto è stato lungo, ma appunto dovevo studiare! ormai sono imbarcato e manca così poco... fanculo all'avarizia!
Le esperienze della vita ti portano a volte a ricrederti, a metterti in dubbio, al punto che, dopo aver dedicato una vita allo studio, dopo aver dedicato una bella fetta di vita allo studio finalizzato a gestire i soldi, ti ritrovi a vedere i numeri che ti si ritorcono contro. Ti commissionano un lavoro per spingere i ragazzini delle medie a scegliere l'ITIS e ti accorgi che forse tornando indietro avresti fatto bene a seguire i consigli degli psicologi che ci avevano consigliati alle medie e scegliere un Istituto Tecnico...

Ho creato un file excel in cui si parla di due ragazzi, due amici che fanno scelte diverse alla fine delle scuole medie, uno andò all'ITIS e poi subito a lavorare a 19 anni e l'altro che proseguì gli studi fino all'università concludendoli a 24 anni. Una realtà in cui spesso mi riconosco tra l'altro ogni volta che esco con gli amici.
Questi due faranno un lavoro medio, nessuno sarà un dirigente o un leader, diciamo un operaio come tanti e un impiegato come tanti altri. Supponiamo che riescano a risparmiare qualcosina, in partenza poniamo 2000 €/anno, e lo mettano in fondi a reddito annuo fisso. Sapete che si scopre? Se l'operaio dovesse smettere di lavorare a 27 anni, e i tassi fossero al 10%, non verrebbe mai raggiunto in valore attualizzato del risparmio dall'impiegato...
Ipotesi irreale direte, allora abbassiamo i tassi; se mettessi i tassi al 5%, il sorpasso dell'impiegato arriverebbe al 37esimo anno di vita, coi tassi all'1% al 34esimo. Wow! viene da dire al laureato, anzi quasi quasi accendo un cero perchè i tassi si abbassino ancora!

Di nuovo però vanno fatte delle correzioni, purtroppo nessuno smette di lavorare a 27 anni, e così ci tocca rifare i calcoli. Mettiamo per ipotesi la pensione dopo 40 anni di contributi, non aggiornatissima con le nuove leggi ma vedremo che succede in Parlamento e poi varierò il giochino. L'operaio smetterà di lavorare a 59 anni e il laureato a 65; i tassi li abbassiamo ai più reali 2% e 1%. Mi sembra abbastanza reale no? Bene, i risultati sono che il sorpasso dei risparmi non avverrà mai! Vero che però il lavoro dell'impiegato è meno usurante e dunque può continuare a lavorare, sapete quando raggiungerà il valore risparmiato dall'operaio? a 74 anni coi tassi al 2% e a 69 coi tassi all'1%! 44 anni di contributi, dobbiamo chiedere al Governo di modificare la legge sui pensionamenti! Che tanto non hanno fatto abbastanza danno con gli esodati e le loro proposte di farli tornare a lavorare quando il loro lavoro non c'è più...

Infine, per la mia tristezza, ho provato a variare il valore della cifra risparmiata e naturalmente il risultato non cambia! Non teniamo conto del fattore crisi che mi costringe a quasi 26 a vivere ancora in casa con un tariffario da ben 2,50 €/ora... come farò a risparmiare?



Mi dà tristezza e rabbia, per questo ho deciso di inserire in tesi questo punto di vista, che mi ostino a non condividere, ma che credo mostri uno spaccato della realtà troppo vero per rassegnarmi a viverlo.
E la televisione ci costringe a pensare ad altro, giocano a farci lottare fra poveri come quando ci propinano film e documentari su fatti successi 10 anni fa e che hanno fatto il loro tempo sinceramente (anche se effettivamente mi fanno incazzare ogni volta! gente che gioca a fare la guerra civile e poi alza le mani quando gli sbirri decidono di rispondere... visto? mi lascio trascinare ogni volta!). Mettono contro le fasce basse della scala economico-sociale per non far pensare alle porcate che loro fanno e a come ci hanno ridotti. Chi più studia meno guadagna... Cazzo, potevano farmi andare a lavorare subito quando ero stato bocciato no?
Non è possibile che si ribaltino tutte le mie certezze che mi hanno spinto a impegnarmi nello studio finora fregandome del guadagno facile; a consolarmi resta solo la certezza di avere una cultura superiore alla media, che purtroppo però non mi darà da mangiare, ma i soldi non fanno la felicità né la pancia piena!

Chiudo con questi due poster che mi tocca sopportare ogni giorno in ufficio...
E poi le donne danno dei misogini agli uomini che appendono i calendari delle donne nude in ufficio, vi assicuro che sarebbero meno pesanti che subire questo!

e questa poi è una perla...




Hasta siempre

The Boss 

7 commenti:

  1. Mi devi spiegare sto calcolo perchè non l'ho capito molto...per quanto riguarda il passaggio in cui fai riferimento a documentari di 10 anni fa di gente che alza le mani quando la polizia risponde...ti riferisci a cosa?

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    1. caro misterioso lettore ti risponderò solo alla prima domanda perché inoltrarmi nella seconda farebbe perdere il senso delľarticolo portandoci in un ginepraio...
      la questione, al di là della matematica finanziaria, è semplice :andare a lavorare dopo gli studi obbligatori ti consente di creare un patrimonio di risparmi superiore rispetto a quello di chi prosegue gli studi. alle condizioni attuali di mercato poi il laureato dovrà lavorare 10 anni in più per raggiungere la somma messa da parte dal lavoratore. una triste realtà e non ho nemmeno inserito nei calcoli i soldi spesi per mantenersi durante ľuniversità...
      spero di essere stato comprensibile.

      hasta siempre

      The Boss

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  2. "gente che gioca a fare la guerra civile e poi alza le mani quando gli sbirri decidono di rispondere..." Frase che dimostra che fanno bene a proiettare ancora i documentari su quello che è successo a Genova nel 2001, che è evidentemente ciò a cui ci si riferisce. Lascio un link interessante per documentarsi DAVVERO sul processo Diaz, sulle testimonianze dei manifestanti e dei poliziotti, sui verbali degli interrogatori, sulle intercettazioni, per evitare di cadere in luoghi comuni e facili semplificazioni...

    http://www.processig8.org/Diaz.html

    Eleonora

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  3. Sinceramente cara Eleonora non mi riferivo alla scuola Diaz ma alle lotte di piazza. Gli scudi, i bastoni, i caschi, le barricate non me li sono sognati, e poi su rai3 passano un documentario di uno che è rimasto vittima (una vittima che secondo me un po' se l'è cercata) della violenza in piazza e dichiara di aver avuto paura di morire, come se invece gli sbirri quando stanno dall'altra parte a prendere le sassaiole invece pensassero a come è bello il cielo di Genova...
    Perché non puoi dichiarare di andare in manifestazione con casco, scudo e bastone perché hai paura della polizia; perché non puoi distruggere una città perché volevi manifestare la tua disapprovazione (ah no, è vero, erano gli sbirri infiltrati che facevano casino); perché se la polizia ti intima di fermarti non ti metti a scappare e ti nascondi in locali barricati(io per lo meno tendo a fermarmi, poi però bisogna tener conto che sono di parte...); inoltre, se, mentre ti stanno prendendo, gli scappa una manganellata anziché un: "mi scusi, potrebbe fermarsi", mentre c'è la guerra civile attorno, non li biasimo.
    Comunque avevo ragione: l'articolo parla dei veri problemi della società, di quelli che mi/ti costringono a vivere sulle spalle della famiglia e non vedere un futuro indipendente solo perché abbiamo deciso di studiare (oggi ancora mi è stato detto durante un colloquio che forse era meglio se avessi scelto ragioneria o l'itis anzichè il liceo, perchè poi si vede come uno affronta i problemi pratici...bella generalizzazione, mah!). Invece la gente si infervora su fatti accaduti 10 anni fa e che sinceramente non credo nemmeno ti/mi coinvolgano così da vicino... o quanto meno sono passati da molti anni e non sono fra i miei primi pensieri quando mi sveglio la mattina.

    hasta siempre

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  4. Un ultimo pensiero, nato alla luce dell'atto terroristico di stamane.
    Non voglio e non posso credere che uno Stato, per quanto malato sia, possa nemmeno pensare di sacrificare il suo popolo per riacquisire il consenso, mi è inconcepibile.
    Non credo alle tesi di complottismo e di manipolazione della violenza e del terrore, mi spiace anche che lo si creda per gli atti di Genova, le stragi di mafia, delle B.R., degli anarchici e dei neofascisti, e chissà per quali altre nefandezze.
    Sono convinto che la vera verità non la sapremo mai, nonché che ognuno sia libero di pensare quello che vuole.
    Probabilmente io mi aggrappo alla verità che preferirei sentire, quella che vorrei fosse quella vera.
    Quasi sicuramente in questo mondo allo sbando sarò smentito purtroppo... ma finché esisterà il segreto di Stato preferisco rimanere nella mia beata ignoranza.

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  5. Capisco che tu non possa crederci e ti assicuro che io stesso faccio fatica. Ma è giusto che di fronte a fatti e documenti che costituiscono più di un indizio ci si ponga almeno il dubbio. L'ignoranza sarà beata ma impoverisce.
    Ivan

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  6. Mi sto ricredendo su questo dibattito, e mi piace stare a discutere con voi amici.
    Volevo chiederti, Ivan, se non è meglio accontentarsi di vivere illudendosi che una soluzione al problema possa esistere, oppure conoscere la verità che ci hanno voluto far conoscere e vivere incazzati col mondo perché non c'è rimedio possibile?
    mi spiego fuori da questo genere di mito della caverna alla rovescia : io preferisco pensare sia colpa di errori di uomini pazzi e scellerati, per cui posso appellarmi a che sia compiuta giustizia, piuttosto che dover pensare sia colpa dello stato o di un organismo impalpabile e fuori da ogni regola. soprattutto alla luce del fatto che, credo, essendo questa organizzazione la stessa che ci gestisce occultamente, le prove e gli indizi che abbiamo contro di essa sono solo quelli che ci hanno voluto far trovare. i veri mandanti non li conosceremo mai, i veri motivi nemmeno, perché allora stare a fasciarsi la testa su una mezza verità anziché vivere più sereni sulla menzogna?

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