domenica 19 maggio 2013

PROMISED LAND - RECENSIONE E SPOILER FINALE

Questo film di Matt Damon e Gus Van Sant è stato vittima di un complotto dei censori. 
Chi ha letto altre mie recensioni sa bene che on mi risparmio nel criticare, ma a questo giro non ha davvero senso, eppure lo hanno fatto sparire dalle sale in 7 giorni, tenendo invece per un mese Lincoln. Così me lo sono dovuto vedere un mese in ritardo e in inglese!
Un film lineare e per nulla scontato che racconta la storia di questi due compratori di concessioni di trivellazione porta a porta. Parte con la bella scenetta, tipica dell'americanata, in cui si presenta Matt Damon come il più figo venditore del mondo e tu già pregusti che quelle saranno "le ultime parole famose". Comunque è bello vedere che loro prendono come un lavoro e basta quello che potrebbe potenzialmente cambiare le vite dei proprietari terrieri.
Fanno bene, ma ricordando le prime scene e vedendolo con gli occhi di chi sa che non esiste film senza storia d'amore, si prevede che qualcosa non funzionerà come al solito.
Il mestiere inizia bene, si mostrano alcuni trucchetti del venditore porta a porta, ma naturalmente si vuol fare il passo più lungo della gamba. Così, durante un assemblea con la cittadinanza in cui si sarebbe dovuto firmare una maxi concessione di gruppo, si sollevano i primi animi dissidenti.Un vecchio ex docente al MIT di Boston è il capo dei dissidenti, che sfiga! Nel mentre inizia la storia d'amore fra Matt Damon e una maestrina sexy e alla mano.
Compare dal nulla un ambientalista... Porta delle prove scottanti, fotografie di animali morti di cui dice di essere stato testimone oculare nella sua fattoria del Nebraska, con cui convincerà la popolazione a votare sfavorevole al referendum per la concessione di trivellazione. I compratori ambulanti così si devono ingegnare per vincere, fulcro fondamentale, come troppe altre volte, risulteranno i soldi. Infatti loro stanno comprando le concessioni in un territorio colpito dalla crisi vendendo il miraggio di un futuro prospero sostenuto dalla sola rendita del terreno che fino al giorno prima era duro e basso.
C'è una bella scena di lezione di vita da parte dell'ex professore a Matt Damon e, similmente poco prima, anche da parte della maestrina sexy, il loro punto di forza è l'attaccamento alle origini, il senso del prendersi cura di qualcosa, tutto ciò che manca a Matt Damon che sin da piccino ha deciso di scappare dalla sua terra e battere gli USA per mestiere, vendendosi ogni volta come abitante di un luogo diverso con storie sempre nuove e tremendamente tristi e piene di povertà. 
Colpo di scena, l'ambientalista risulta essere un ciarlatano, ha venduto una foto con un faro sul mare sullo sfondo come una foto di casa sua, dove il mare non c'è. Matt Damon canta vittoria, ormai vincerà a mani basse, e sinceramente il film poteva finire così e essere una critica reale in cui il male vince, come nella vita reale. Invece no, Matt Damon e l'ambientalista si incrociano, Matt fa il figo e gli dice che è stato un fesso a basare tutto su un falso senza controllarlo, e l'ambientalista si tradisce dicendo che la foto era di una fattoria della Louisiana. 
Interrompo il riassunto perchè qui sinceramente scade il film, non c'è senso logico, mi spiego, Matt Damon sostiene che l'ambientalista si sia tradito dicendo che la foto era della Louisiana senza che Matt lo avesse mai dichiarato. Ma mi sembra ovvio e banale che l'ambientalista, che per primo ha usato quella foto, sarà a conoscenza del segreto, o si era autoingannato? Qui si vede che stavano finendo i minuti di pellicola e hanno tirato corto... 
Morale della favola, l'ambientalista non è altro che un collega di Matt che ha prima stravinto e poi ha consegnato la vittoria nelle sue mani. Intricata e carina la soluzione, mi è piaciuta parecchio, molto simile a quelle storie che raccontano di poliziotti nelle folle del G8 o nei gruppi NO TAV. Un senso di complotto globale che ti fa pensare.
Finale del film: grande assemblea cittadina, Matt dice a tutti che l'ambientalista aveva mentito ma esagera, e dice pure che era un suo collega. Perde quindi la battaglia per correre dietro alla maestrina sexy che ha fatto la profumiera e che gli ha fatto capire che nella vita bisogna legarsi a qualcosa e prendersene cura, i soldi sono solo secondari, soprattutto per lui che non ha famiglia direi. La collega, che invece ha un figlio da sfamare e non ha ceduto alla tentazione di una vita sedentaria e piena di valori diversi dai soldi, prende il posto di Matt e se ne parte per una nuova cittadina da deturpare con le trivelle incurante delle possibili conseguenze, perchè "in fondo è solo un lavoro".

Hasta Siempre

The Boss

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