mercoledì 27 maggio 2015

DIPLOMIFICIO BOCCONI SMASCHERATO IL SEGRETO DI PULCINELLA

Alzi la mano chi non ha mai pensato che la Bocconi non fosse un diplomificio. Tant’è che internet è pieno di blog che ne parlano. Il caso scoppiato ieri perché un professore ha passato il compito in anticipo agli studenti non mi stupisce affatto …


La distribuzione dei voti con il metodo della gaussiana è la prima farsa: se tutta la classe fa un compito da schifo tutti avranno comunque la sufficienza, perché tanto il 30 lo prende chi ha fatto il compito migliore non chi ha fatto il compito perfetto! Bella cagata …
Una scuola in cui paghi dai 5 agli 11 mila euro di retta annua, rispetto ai ben più modesti 2.000€ della tariffa massima di altre università, comunque riconosciute come buone dai vari studi di settore,


deve almeno garantirmi un minimo di risultato (avrò il diritto di incazzarmi se non mi laureo facilmente dopo aver speso dai 25 ai 55k?)



(il classismo si nota dal fatto che la fascia minima della Bocconi comprende tutte le 8 fasce che esistono nelle altre università … Non è una scuola per ricchi …)
Il fuori corso in Bocconi non esiste (solo 1/10 va fuori corso), è praticamente disincentivato, ti obbligano ad accettare qualsiasi voto, non puoi iscriverti fuori corso se non hai conseguito almeno 24 crediti entro luglio (60 l’anno di regola), altrimenti non sei considerato fuori corso ma ripeti l’anno. Il fuoricorso esiste solo per il primo anno poi i passaggi avvengono anche se non hai fatto esami … Praticamente potresti fare 276 crediti tutti il quinto anno ed essere in regola! Inoltre il fuori corso paga di meno e mi occupa spazio che potrei dare a un nuovo studente (le classi hanno un limite di 140 studenti, e i fuori corso mi fregano il posto per i nuovi polli da spennare, oltre che far abbassare il ranking dell’ateneo).
Infine la piaga del master, praticamente un ufficio di collocamento per dirigenti, paghi un obolo di 13.000€ per fare colloqui con le aziende leader del mercato.

Ma così ci sono gli altri diplomifici che danno lustro all’efficienza della scuola italiana, quelli delle scuole secondarie, dove ti prendi la residenza in località dove le scuole private hanno scuole pubbliche gemellate, inviano le tue verifiche lì e ti fanno avere i registri per firmare la presenza. Esami concordati, niente pre-esami per il quinto anno, 2/3 anni in uno facendo 15 ore a settimana… basta che paghi e fai girare il sistema!


Ultima cagata letta invece sul sistema pubblico e proposta nella “buona scuola” è il cv dello studente, quello per cui se frequenti materie extra o lavori durante il periodo scolastico ti riconoscono più punti alla maturità. Peccato non tengano conto di quei poveri coglioni che abitano in alta valle e si fanno 2 ore di viaggio per raggiungere la scuola, partendo alle 6.15 ogni mattina e tornando a casa alle 15. Se gli concediamo un’ora per mangiare e riposare, un paio di ore fra compiti e studio sono le 18, quando minchia vanno a lavorare o fare corsi aggiuntivi? Ah no, ricordo ancora la frase del mio prof di filosofia e storia: “lei è avvantaggiato, può studiare e fare i compiti sul pullman!”. Poi però in gita voleva il posto davanti e silenzio assoluto perché vomitava soffrendo il mal d’auto, cos’è noi studenti non lo soffriamo? Così chi esce di casa alle 7.55 e rientra alle 13.15, riposa e mangia, fa 2 ore di studio fino alle 16.15 e poi fresco fresco potrà farsi il corso di piffero e prendere crediti in più alla maturità… grrr!

2 commenti:

  1. Sinceramente chi ragiona solo a strereotipi e a sentito dire non penso abbia basi sufficienti per esprimere giudizi di questo genere su un’Università che rappresenta l’eccellenza della facoltà di Economia in Italia e in Europa. Il fatto poi che ci sia stato un episodio di scorrettezza all’interno dell’Ateneo non ti permette poi di fare di tutta l’erba un fascio. Articolo qualunquista volto a demolire un’Universita che offre altre agevolazioni oltre alle diverse fasce di contribuzioni tanto che spende milioni e milioni di euro all’anno in borse di studio.

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  2. Quando la gatta non arriva al lardo...

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